Soleto, il borgo magico dell’alchimista Matteo Tafuri

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La Grecìa Salentina è una delle zone più caratteristiche e autentiche di tutto il Salento. Si tratta di una enclave linguistica dove ancora oggi si parla l’antichissimo dialetto griko, lascito dei coloni greci che arrivarono in questo angolo meridionale di Puglia nella metà del ‘500, in epoca bizantina, nel corso delle feroci persecuzioni iconoclaste in Oriente.

Parliamo di Soleto, uno dei borghi parte di questa comunità. Tra tutti, è quello che suscita più fascino, forse per le leggende e i misteri che aleggiano su questo paese noto già a Plinio il Vecchio, il quale parla di Soletum come se fosse un luogo isolato e solitario.

Soleto: il misterioso borgo dell’alchimista Matteo Tufari

Soleto ha sicuramente un passato da centro messapico e a dimostrarlo sono i resti delle mura e delle tombe ritrovate. Con il dominio dell’impero d’Oriente, Soleto diventa un’importante sede vescovile, anche se sarà con Raimondello Orsini del Balzo, tra il XIV e il XV secolo, che il borgo raggiungerà il suo massimo splendore.

Passeggiando tra i vicoli di Soleto, si respira un’aria quasi impenetrabile e misteriosa, con mascheroni apotropaici che osservano i visitatori dalle case che adornano, come a volerle proteggere da forze oscure.

Soleto è comunque una delle cittadine dove le “macare” operavano più assiduamente. Erano una sorta di streghe che, nude o di nero vestite, si aggiravano di notte intente a compiere i loro empi riti. Non stupisce che Matteo Tafuri sia nato proprio a Soleto nel 1492, l’anno che segna il passaggio dal Medioevo al Rinascimento. Il Tafuri era un poeta, un matematico, un letterato ma soprattutto un alchimista. Amava parlare nella sua dimora con altri appassionati di filosofia ed esoterismo e fu sempre considerato un personaggio ambiguo, addirittura dotato di poteri occulti. Tafuri, però, anche quando rischiò il rogo perché accusato di stregoneria, non fece nulla per smontare queste tesi. Sulla stessa architrave della sua casa fece incidere una frase minacciosa, che intimava tutti a non infastidirlo altrimenti si sarebbe trasformato in un dragone.

La leggenda della Guglia di Raimondello

A lui è legata la leggenda che avvolge la Guglia di Raimondello, una torre che affianca la Collegiata di S. Maria Assunta che, nonostante sembri un campanile, è stata progettata con meri scopi ornamentali, mancando di campane.

Mostra una bella guglia del XVIII secolo coperta di maioliche gialle e verdi, è decorata da colonnine tortili e bifore ed è alta ben 45 m.

La leggenda narra che Matteo Tafuri abbia convinto il Diavolo a mandargli una squadra di spettri per costruire la torre in una sola notte. All’improvviso l’alba colse alcuni demoni che, tramutati in pietra, si possono ancora scorgere in cima alla guglia.

Cosa vedere a Soleto

La Guglia di Raimondello, ben visibile da tutta Soleto, è stata realizzata tra il ‘300 e il ‘400 da Francesco Colaci per chiara volontà di Raimondello Orsini del Balzo.

Nonostante sia il monumento simbolo di Soleto, sono molte le cose da vedere in questo piccolo paese della Grecìa Salentina, a partire dalla bella Chiesa di S. Maria Assunta, risalente al 1783, dentro la quale sono custoditi un pulpito ligneo settecentesco e un fonte battesimale del ‘300.

Da non perdere poi la Chiesa delle Anime del Purgatorio, eretta nel ‘600 e impreziosita da un bel portale barocco, dove spiccano teschi e immagini in pietra di anime sofferenti che ardono nel fuoco.

Anche nella Chiesa di Santo Stefano ci sono elementi alquanto inquietanti, come l’immagine del diavolo nell’ambito del Giudizio Universale, con le anime dei dannati e quelle destinate al Paradiso che si separano sotto il severo sguardo dell’Arcangelo Michele in vesti di soldato angioino. La chiesa risale alla metà del ‘300, mostra un portale romanico e un piccolo campanile a vela goticheggiante. All’interno si possono ammirare anche affreschi bizantini e dipinti tra cui quello col Cristo ragazzino tra i vescovi.

Passeggiando per Soleto, tra edifici come il Palazzo Attanasi e quello Carrozzini, si incontra anche la Porta San Vito: si tratta di uno degli antichi 4 ingressi costruiti nel XIV per accedere alla città ed è sovrastata dalla statua della Vergine Maria in pietra.

Nei dintorni di Soleto

Da Soleto ci si può spostare alla scoperta dei borghi circostanti, anch’essi parte della Grecìa Salentina. A due passi si trovano Zollino, Galatina dove è d’obbligo una visita alla Chiesa dei Santi Paolo e Pietro legata all’ancestrale rito del tarantismo e poi Corigliano d’Otranto. Qui sorge il bellissimo Castello dei Monti risalente al 1465, bellissima fortezza medioevale con decori barocchi, sede oggi del Museo Multimediale della Grecìa Salentina.

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