Salento e Spiritualità

La pulsione verso la divinità ha sempre attraversato e caratterizzato le civiltà di tutti i tempi. Anche nel Salento questa tensione verso il divino ha lasciato tracce e monumenti spettacolari che riescono ancora oggi a sorprendere il viaggiatore.

Dalla ritualità tribale dei dolmen, all’efferatezza delle lotte iconoclaste, fino agli eccessi della Controriforma numerose sono state nel Salento le correnti spirituali che hanno lasciato tracce nel patrimonio artistico-culturale.

Il furore iconoclasta del VIII secolo, spinse in questa terra i monaci Basiliani dal vicino mondo bizantino, che qui scavarono grotte adibite a chiese: le lauree anacoretiche.

Basiliano è il mosaico della cattedrale di Otranto, unico al mondo, per temi e dimensioni. Qui Pantaleone racconta il percorso spirituale per raggiungere il divino nell’albero della vita, ma accenna anche a storie medioevali come quella di re Artù ed il gatto con gli stivali. Nel mosaico un vortice di figure sacre e del bestiario medioevale si mescolano con significati per certi versi proibiti e a volte oscuri, a volte anticipando di secoli.

In seguito la duttilità della pietra ha portato alle magnificenze del barocco, che puoi ammirare in tutto il Salento, ma che raggiunge la sua massima espressione nelle tante chiese di Lecce. La chiesa di Santa Croce con il suo bellissimo rosone, di Sant’Irene, di San Matteo e tante altre rappresentano oggi un inno al sacro e svelano quel rapporto intimo con il trascendente che il popolo salentino ha sempre avuto.

Ma in questa terra la spiritualità attraverso la materia prende altre forme d’arte,  come quella delle statue dei santi in cartapesta e del gioco di luci degli apparati luminari, che adornano i piccoli borghi durante le feste religiose. E sono le luci, ricordo ancestrale dei riti del fuoco, che nelle mani sapienti delle maestranze di Cutrofiano acquistano colori e movimenti che ancora oggi fanno della festa patronale di Santa Domenica una attrazione mondiale.