Affascinanti e dal valore storico inestimabile, le torri costiere di Otranto si inseriscono tra le più belle attrazioni da non perdere durante una vacanza nel Salento.
Tutta la costa salentina è punteggiata di queste antiche strutture difensive. Alcune hanno resistito ai secoli, altre sono diroccate o addirittura scomparse. Scopriamo insieme questi gioielli ereditati dalla storia.
Cenni storici sulle torri costiere in Terra d’Otranto
La costruzione dei primi edifici con scopi difensivi in terra d’Otranto è da attribuire ai Normanni, che giunsero in Puglia agli inizi dell’XI secolo.
La scomparsa di Manfredi nel 1266 segnò l’inizio della dominazione angioina, che coincise con la fortificazione di diverse città costiere dell’Italia meridionale. Questa sorta di militarizzazione del territorio avvenne soprattutto durante il regno di Carlo d’Angiò, che pensò bene di realizzare un sistema difensivo che proteggesse la popolazione dai sempre più frequenti assalti saraceni.
Verso la fine del XV secolo, la terra d’Otranto conobbe un’importante fase di riarmo, tanto che le architetture militari assunsero una fisionomia coerente con i nuovi strumenti bellici. Furono realizzate, quindi, torri costiere e masserie fortificate, in grado di svolgere una doppia funzione, ovvero difendere e controllare il territorio. A beneficiarne furono la sicurezza ma, soprattutto, l’economia locale, poiché, in caso di allarme, i cittadini potevano nascondere le derrate alimentari in luoghi lontani dal mare e difficili da trovare.
A partire dal XV secolo, la terra d’Otranto costituì l’estremo avamposto contro i pirati turchi, responsabili del terribile massacro di Otranto del 1480. Le popolazioni che vivevano qui erano perennemente impaurite da assalti che, per secoli, non conobbero tregua. Ma quali sono le principali torri costiere presenti in Terra d’Otranto?
Torre Fiumicelli
Nella località dei laghi Alimini si erge la Torre Fiumicelli, il cui rudere versa, ormai, in un profondo stato di abbandono.
Torre Fiumicelli comunicava a nord con Torre Sant’Andrea (oggi scomparsa) e a sud con Torre Santo Stefano. Sorge una manciata di km a nord di Otranto, dove le alte falesie lasciano il posto a una lunga spiaggia sabbiosa. Simbolo della rinascita di Otranto dopo la liberazione dai turchi, fu edificata nel 1582, per volere dell’allora governatore Ferdinando Caracciolo.
Torre Santo Stefano
Quasi del tutto scomparsa, Torre Santo Stefano sorgeva in località Baia dei Turchi, a una manciata di metri dalla linea di costa. Oggi, il rudere si trova all’interno di una proprietà privata. La sua edificazione risale al 1567, come confermato da un documento risalente al 9 settembre dello stesso anno, che attesta il pagamento di 100 ducati a Paduano Baxi di Lecce, incaricato della costruzione della torre.
Torre del Serpe
Costantemente presente nell’iconografia e nella toponomastica di Otranto (è inclusa nello stemma della città), Torre del Serpe si erge in uno scenario incantevole, poco a sud di Otranto. A quanto si sa, le sue origini sarebbero romane. Fu poi restaurata da Federico II durante la riorganizzazione strategica che coinvolse tutto il territorio salentino. In seguito all’assalto di Otranto del 1480, venne ristrutturata nuovamente e messa in comunicazione con altre torri di recente fattura.
Torre dell’Orte
Torre dell’Orte si erge in Località Baia dell’Orte, a un centinaio di metri dal mare. Anch’essa sorge in una posizione a dir poco eccezionale, al di sopra della spettacolare falesia a sud di Otranto, dall’alto della quale domina l’intera baia. Come recita un documento regio, a costruirla furono Cesare D’Orlando, Cola D’Andrano e Tommaso Vangale. Tuttavia, diversi anni dopo, nel 1608, risultava ancora in fase di costruzione. Proprio per tale motivo, diversi studiosi esprimono più di qualche dubbio circa la contemporaneità con le altre torri del Regno. Oggi, appare sempre più plausibile l’ipotesi che fungesse da avamposto difensivo della città di Otranto. Nel 1826, fu dapprima abbandonata, quindi incorporata all’interno di una masseria per essere riutilizzata come magazzino.
Torre Palascìa
Non più esistente, sorgeva sul promontorio di Capo d’Otranto, laddove oggi si erge l’omonimo faro. Nei documenti dell’epoca venne spesso citata con nomi diversi. Nel 1869, fu demolita per fare spazio al faro. Oggi, della torre non resta alcuna traccia.
Torre Sant’Emiliano
A un centinaio di metri dal mare, sorge il rudere di Torre Sant’Emiliano, situata di fianco a un alto sperone di roccia. Da secoli, domina l’insenatura tra Punta Palascìa e Porto Badisco, in un contesto naturale ancora incontaminato. Torre Sant’Emiliano compare nella cartografia nel XVI secolo e deve il suo nome a una cappella votiva dedicata all’omonimo santo. Secondo gli studiosi, fu costruita all’indomani dell’eccidio del 1480.
Torre Porto Badisco
Anche questa torre non è più esistente. A descriverla nel dettaglio fu la Platea di San Nicola di Casole, un importante documento del 1665. Nel XIX secolo fu bombardata dall’esercito inglese, quindi segnalata un’ultima volta (in pessimo stato) da un documento ufficiale del 1825.