L’Italia è incredibilmente ricca di cultura e di usanze tramandate nel tempo. Questa sua peculiarità traspare in tutti gli ambiti, dalla cucina, alla manifattura, fino ad arrivare alle preziose minoranze linguistiche in uso tutt’oggi. È il caso del Griko, una delle più antiche lingue riconosciute e tutelate dallo Stato italiano.
Il Griko, l’antica voce del Salento
Il nostro Paese pullula di dialetti e minoranze linguistiche. Tra queste, una delle più antiche è proprio il Griko, di origine greca, come suggerito dal nome. Si tratta di un dialetto che ancora si tramanda nella piccola enclave linguistica conosciuta proprio come Grecìa Salentina.
Per la precisione, ci troviamo nella provincia di Lecce, in un’area che attraversa i comuni di Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Calimera, Castrignano dei Greci, Sternatia e Zollino.
L’Atlas of the World’s Languages in Danger dell’UNESCO stima che numero delle persone che utilizza tutt’oggi il Griko si aggiri attorno alle 20000 unità.
La storia del Griko in Italia
Nonostante si tratti di una lingua antica, il Griko viene definito “dialetto neogreco” per l’assonanza con la lingua greca moderna, a testimonianza della sua vitalità, capace di garantire una costante evoluzione nel tempo.
Le sue origini, ad oggi, non sono certe. Alcuni studiosi, infatti, ne collocano la prima comparsa al tempo della colonizzazione greca. Altri, invece, fanno riferimento a un periodo successivo, corrispondente alla presenza della popolazione bizantina in Puglia. Indipendente dalla sua nascita, è certo che il Griko, intorno al 1000, coprisse un’area più vasta di quella attuale, andando ben oltre la sola provincia di Lecce e raggiungendo anche Taranto e Brindisi. La prova di questa forte presenza risiede nelle tracce lasciate da un’importante biblioteca, che nel 1200 ospitava poeti greci all’interno di un meraviglioso monastero di Otranto. Questo edificio fu infelicemente distrutto dai Turchi.
Come mai la diffusione del Griko registrò una battuta d’arresto? Nel tempo, la lingua latina superò in termini di autorevolezza il greco che lentamente venne relegato a lingua di minoranza, propria del popolo. Per questo, via via sempre meno persone la utilizzarono.
Il Griko, una lingua da salvaguardare e custodire
Il Griko, pur rappresentando una lingua di minoranza, continua a vivere e a essere tramandato, in qualità di patrimonio linguistico italiano. Questo è possibile grazie a importanti progetti culturali dedicati e all’intervento di numerosi poeti e musicisti che continuano a comporre utilizzando tale dialetto. Tra gli autori più noti, troviamo Franco Corlianò, autore di un vero e proprio dizionario di Griko e di saggi e poesie in lingua.
Per i curiosi e gli appassionati di antiche tradizioni, avvicinarsi al Griko significa apprezzare le sue particolari sonorità e approfondirne la suggestiva storia.
Immergersi in questa minoranza linguistica è semplicissimo, visitando i territori nei quali è ancora viva.
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